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TRAGHETTARE L’ITALIA VERSO UN MONDO SOSTANZIALMENTE DIGITALE” CON PIU’ EFFICIENZA, MENO SPRECHI E PIU’ OPPORTUNITA’

AGENDA DIGITALE E PAES

Nell’ottica dello sviluppo del Paese la digitalizzazione è un obiettivo, a torto o a ragione, condiviso da molti e espresso sotto diverse forme dalle autorità, dalle imprese, dai professionisti, dalle amministrazioni pubbliche e dalle associazioni di volontariato e comunque non commerciali. Numerosi sono i documenti internazionali (di singoli Stati o di grandi organizzazioni) che da anni promuovono l’utilizzo delle infrastrutture elettroniche di comunicazione e informazione.

La digitalizzazione, che si realizza sotto diverse forme è voluta da molti perché crea efficienza in quanto:
  • evita che informazioni importanti si perdano nei meandri degli archivi individuali di singole strutture;
  • rende possibile l’integrazione di processi che, in altra maniera sono frammentari e dispersivi perché lasciati alla volontà dei singoli operatori umani;
  • riduce i tempi di attesa relativi ai processi complessi;
  • riduce notevolmente i costi di tluni processi realizzati in forma tradizionale;
  • limita l’intervento discrezionale dell’uomo che per varie ragioni potrebbe creare rischi di errori e ritardi ovvero discriminazioni soggettive;
INOLTRE la struttura digitale di base consentirà di riprogettare una nuova amministrazione in chiave di efficacia a detta di alcuni a favore del cittadino
In questo campo la politica dei piccoli passi è stata adottata fin qui dovendo tra l'altro fare i conti con l’attuale situazione economica e finanziaria in cui il Paese, l’Europa e il mondo intero si trovano e il conseguente ”immobilismo” che queste condizioni naturalmente creano in tutti i settori economici e sociali.

Le risorse finanziarie e di diversa specie (pur essendo state cospicue) sono state sostanzialmente inidonee al raggiungimento di un obiettivo globale e soddisfacente. 
Sono mancate e mancano riforme normative e regolamentari e una immediata attuazione di tutti i provvedimenti che da anni circolano in bozza:
  • Regole tecniche di attuazione del CAD per quanto riguarda: firme elettroniche, documento informatico, conservazione sostitutiva e protocollo informatico (provvedimenti messi in consultazione fin dall’estate del 2011 e che ad oggi, non rispettando in alcun modo i tempi fissati dalla legge, non sono stati ancora emanati);
  • Norme regolamentari di attuazione della fattura elettronica verso la PA di cui all’art. 1 commi da 209 a 214 della L 244/2007 (di cui si attende la pubblicazione del secondo decreto attuativo che dovrebbe, finalmente, dare il via libero operativo a un obbligo esistente per ora solo sulla carta).
  • L’aggiornamento del Decreto fiscale (Dm 23 gennaio 2004) sulla conservazione elettronica dei documenti oramai obsolescenti.
È certo che il “digital divide” passa sicuramente per vari canali ma porta a carenze di competitività e di credibilità tra i paesi occidentali.

Una maggiore applicazione delle tecnologie digitali contribuirebbe, per quanto riguarda la fattura elettronica verso la PA, a rendere più trasparenti alcuni processi che sono fonti di fenomeni di frode e di evasione fiscale; contribuirebbe tra le imprese a ridurre tempi e costi di attestazione dei crediti semplificando le singole transazioni; contribuirebbe a fornire modelli condivisi che faciliterebbero la progettazione e la realizzazione di sistemi di gestione di specifici documenti; contribuirebbe a semplificare significativamente il rapporto tra imprese e amministrazione finanziaria, riducendo un importante numero di adempimenti che attualmente rappresentano un costo e anche un freno alla produttività soprattutto delle PMI.

Per quanto riguarda le regole tecniche renderebbe possibile l’attuazione di numerosi progetti di firma elettronica avanzata; creerebbe le condizioni per migliorare e integrare gli attuali processi di gestione dei documenti e degli archivi informatici.

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