Mi rendo conto che la pubblicazione anastatica in formato digitale, a distanza di 140 anni dalla sua prima edizione in formato cartaceo, di una grammatica della Lingua Italiana con tutti i cambiamenti che hanno caratterizzato questa e numerose altre lingue sotto l'influenza della Lingua Inglese e della rivoluzione telematica possa sembrare a molti un inutile spreco di risorse. Analizzare oggi, senza alcun aggiornamento, le regole linguistiche in base a cui si sono scritte le opere della letteratura italiana del 900 e i documenti commerciali e legali dell'ultimo secolo può dare la possibilità di comprendere meglio non solo autori popolari come De Amicis, Salgari, Collodi che tanto hanno contribuito ad insegnare ai bambini veneti, piemontesi, toscani, siciliani, e napoletani, l'uso di un nuovo strumento linguistico da condividere ma anche le variazioni delle nostre modalità espressive verbali e logiche con tutte le estensioni che attribuiamo oramai abitualmente a quest'ultimo termine che viene da lontano.
Merita sicuramente di essere digitalizzato e ripubblicato. La data riportata sulla edizione cartacea è di poco successiva alla costituzione del Regno d'Italia e all'inizio dell'insegnamento di massa della Lingua Italiana. I processi linguistici, come in generale tutti i processi e i metodi tesi a produrre qualcosa, sono spesso più longevi dei prodotti da essi elaborati, in questo caso le notizie e le informazioni da sottoporre a lettura e all'ascolto, ma occorre ricordare che questa grammatica è stata concepita prima dell'avvento della radio e della televisione, prima dello sviluppo delle telecomunicazioni di massa, prima dell'avvento della globalizzazione e subito dopo la costituzione del Regno d'Italia. Peccato manchino le prime 14 pagine relative ai "Preliminari allo studio della Grammatica" che costituiscono le convinzioni filosofiche sulle quali l'autore ha sviluppato la sua opera. Se qualcuno le trovasse ...
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